venerdì 11 novembre 2011

Capelli


Ha i capelli corti, tagliati a spazzola, e non è un caso.

Natalia legge libri di psicanalisi e si è fatta l'idea che sotto alle fluenti chiome che portano le donne si nasconda qualcosa di misterioso. Decide di vederci chiaro, convoca delle conoscenti avvenenti e taglia loro i lunghi capelli, a zero.

Prima però le ha intervistate per cercare di comprendere, nei meandri delle loro esistenze, quali fossero i segreti femminili che le folte chiome nascondevano prima di essere rasate completamente.

I segreti che le donne hanno narrato divengono disegni eseguiti direttamente sulla pelle del loro cranio rasato dall'abilità di Natalia che è un'artista bravissima e sa anche fotografare e allora le dispone in una stanza nella penombra e poi le fotografa di spalle, in bianco e nero, prima con i capelli ancora lunghi e poi con il cuoio capelluto nudo, coperto soltanto dai suoi meravigliosi disegni destinati a scomparire con la progressiva ricrescita della chioma.

Un giorno Natalia attraversa l'oceano, arriva in Europa, sotto le prealpi piemontesi. Vorrebbe dar seguito al suo progetto artistico e si imbatte in persone che i capelli li hanno persi loro malgrado. Sono donne che, a causa della chemioterapia, sono divenute calve. Natalia le intervista e poi disegna le loro storie direttamente sui foulard che sono solite portare per coprirsi il capo. Come le foto, anche i foulard stampati con quei disegni divengono opere d'arte. Svelano.

Le donne hanno i capelli lunghi. Ma la femminilità ed il potere sessuale sono davvero sempre strettamente legati ad una metonimia esibita da una chioma sana ed abbondante? O tali categorie funzionano come dispositivi sociali (maschili) che esercitano potere sul corpo femminile anche attraverso il controllo culturale dei capelli come esperienza incorporata? (Domande retoriche...)

Quali sono le strategie di difesa femminili?
Le femministe, ad esempio, portano i capelli corti per sfidare apertamente il potere maschile. Altre donne, al contrario, fanno le extension per aumentare la loro carica di desiderabilità ed accrescere il loro potere di seduzione.

Il documentario Hair India ce lo ha insegnato: anche il nostro corpo è entrato nel circuito della società di mercato. I capelli rasati nei templi hindu, offerti da povera gente in segno di purificazione, vengono raccolti e venduti una volta all'anno al miglior offerente. Grandi compagnie si sfidano in aste volte ad accaparrarsi a prezzi modici i migliori capelli sul mercato, i più sani e resistenti. Quelli indiani sono indubbiamente i migliori. Vengono spediti in Europa, lavati e divisi per lunghezza in ciocche perfette e tinte con ogni sfumatura desiderabile. Poi vengono messe sul mercato ed entrano nelle migliori boutique du coiffeur dove le extension vengono applicate a prezzi elevatissimi. Capita che alcune di quelle ciocche, rasate nel templio e lavorate in Europa, facciano ritorno in India in splendide confezioni patinate per essere acquistate da ricche donne, che magari abitano soltanto ad un paio di strade di distanza da quel templio da cui i capelli provengono.

Dunque senza capelli non esiste femminilità?
Il corpo può essere modificato mediante una parrucca. Per nascondere la calvizie, la perdita di potere, di femminilità, per nascondere i segni della malattia.

Ma voglio ricordare anche quella studentessa musulmana che per andare all'università pubblica in Turchia era obbligata ad indossare una parrucca per eludere un sistema repressivo che impedisce di indossare il velo islamico nei luoghi pubblici. Con vergogna e la paura di essere scoperta, ma con il capo coperto, la parrucca le restituisce la femminilità minacciata.

Natalia, che nel frattempo ha abbandonato l'approccio psicanalitico per per adottare quello dell'antropologia del corpo, è convinta che meno capelli non significhino necessariamente meno femminilità e seduzione. Per convincere anche gli altri, ricorre ad un significativo atto simbolico di resistenza femminile, prende un'immagine della Venere di Botticelli, simbolo assoluto di femminilità, e con photoshop cancella accuratamente i suoi capelli. Completamente calva si staglia nella sua conchiglia.

I capelli sono corpo.

E' per questo motivo che Mwatime, seduta sulla veranda della sua abitazione, rade i capelli di suo figlio e li colloca nelle fessure del muro crepato di casa sua, fatto di rocche coralline, pali di mangrovia e fango, prima di provvedere a sotterrarli in un luogo sicuro, per evitare che possano essere rubati da un muchawi (stregone) e con essi esegua un pericoloso incantesimo. Si, perché i capelli continuano ad essere parte del corpo anche quando se ne separano. In Africa, capelli ed unghie non si buttano, si nascondono.

Mi raccomando, accapigliatevi se necessario, mettetevi le mani fra i capelli, per vezzo o per disperazione, ma diffidate da chi vi mette le mani o lo sguardo sui capelli.

[Natalia mi è stata presentata da Gigi, lo ringrazio. Mwatime è una cara amica, non ho mai visto i suoi capelli che sono sempre coperti da un velo colorato quando mi incontra. Ho rivisto Hair India e lo rivedrò ancora giacché ne vale davvero la pena...]

[L'altro giorno sono andato a tagliarmi i capelli...
...La barbiera (gentile come suo solito):
- Ciao Fabio, come te li taglio i capelli?;
...Fabio:
- In silenzio per favore, in silenzio..."]