sabato 26 febbraio 2011

The necklace

Un girocollo di diamanti, è per sempre. Invece uno di copertone d'auto, è la fine.

Al ladro! Grida una vecchina, vestita con un boubou colorato, balzando in piedi per indicare un uomo che corre veloce fra le le merci ordinate e le capre ed i polli spaventati di un mercato caotico e polveroso. Due uomini si gettano all'inseguimento mentre un terzo, allertato da lontano, gli taglia la strada e riesce ad abbatterlo con un calcio volante spettacolare (si fa per dire...).

Un capannello di persone si forma sul ladro che viene linciato impietosamente con pugni, calci e bastonate. Poco a poco la furia si placa. Tumefatto, viene rialzato, con le mani legate; è completamente nudo. I vestiti gli sono stati strappati di dosso per scortarlo attraverso ali di folla che lo insultano, gettando su di lui incomparabile vergogna.

Evidentemente la refurtiva non era così preziosa da giustificare l'usuale regalo previsto per coloro che sopravvivono al linciaggio: un grosso copertone a tracolla (the necklace) al quale poi, semplicemente, si da fuoco.

Solo la polizia può evitare simile epilogo; rubare è proibito dalla legge, rubare ai poveri è proibito dalla gente, in Africa

[ricordando e raccontando a Kalume (Giriama; il suo nome significa "uomo" in kiswahili) una scena vissuta a Kisumu, ma frequente anche nei dintorni di Mombasa: “basta guardare di tanto in tanto ai bordi della strada i resti dei roghi della notte precedente”].

lunedì 21 febbraio 2011

Di un mondo perduto

'MTU MZURI HULA MATUNDA MAZURI' ovvero 'L'UOMO PAZIENTE MANGIA FRUTTI MATURI'

[Patrick, Luhya, ma preferisce il suo nome tribale TANDAS che significa: “bei dintorni, bell'ambiente. Hai presente dopo la stagione delle piogge quando la gente aspetta il raccolto? Fuori è verde, nuvoloso, bello, mattina. Ecco, io sono nato una di quelle mattine”].

lunedì 14 febbraio 2011

Del senso estetico

Jennifer si vergogna, il suo sorriso è divenuto timido ed innaturale. Nemmeno le minuscole sfere lilla e rosa alternate, applicate allo scopo di ingentilire l'accessorio, sono riuscite a ridurre il necessario tempo per abituarsi al nuovo apparecchio dentale.

Jennifer è contenta, perché durante il safari dal quale è appena tornata con i suoi genitori ha potuto vedere tutti i “big five”, i cinque animali che nelle grandi stagioni di caccia offrivano i trofei più ricercati da esporre con orgoglio per assicurare sicuro prestigio a colui che li aveva abbattuti. Durante il safari, il grande fouristrada sul quale viaggiavano ha fatto sosta presso un villaggio Masai.

Una sorta di Manyatta, ovvero un accampamento di quella che fu una fiera popolazione guerriera e nomade che imperversò dominando la Rift Valley per lungo tempo costringendo le altre popolazioni a rifugiarsi nella foresta o sulle colline.

Poi, la costruzione della ferrovia Mombasa-Nairobi-Kampala, realizzata ad inizio secolo e nondimeno la confisca dei terreni da parte del Governo, costrinsero progressivamente i Masai in territori sempre più sacrificati e ristretti tanto da essere ridotti a vivere in agglomerati stanziali popolati da sbandati e sifilitici che interpretano la parte voluta dai turisti che fanno loro visita.

L'Africa ha cessato di essere l'Africa quando si è impedito ai cacciatori di cacciare ed ai guerrieri di combattere.

I manufatti che vengono venduti ai turisti rappresentano, in taluni casi, un pedaggio necessario per uscire dalla situazione sgradevole nella quale ci si è andati a cacciare uscendo momentaneamente dalla bolla ambientale nella quale i turisti sono soliti viaggiare.

Jennifer è stata circondata da alcuni ragazzini suoi coetanei. La maggior parte di loro guarda proprio li, nella bocca di Jennifer, e il suo imbarazzo cresce. I ragazzini portano collane di perline colorate, grossi orecchini che ne allungano i lobi delle orecchie, il volto pieno di mosche e dentature perfette, escludendo l'assenza dei due incisivi inferiori, strappati non appena raggiungono la loro piena crescita (pratica rituale comune alla maggior parte delle popolazioni nilotiche).

La loro insistenza, volta a vendere qualsiasi cosa a Jennifer, si è poco a poco placata, ora vorrebbero curiosamente poter scambiare un oggetto qualsiasi in loro possesso per quella decorazione dentale. La vogliono ad ogni costo.

Jennifer capisce ora i termini della questione cerca di spiegare loro che non si tratta propriamente di una decorazione e non è removibile! Ride. Niente, continuano a guardare con curiosità, troppo bello, pensano a come potrebbero crearsene uno simile, magari riciclando materiali come loro (necessaria) abitudine.

Niente, Jennifer se ne va con il suo prezioso ornamento dentale, per il momento quei Masai dovranno farne a meno.

[Jennifer, tredicenne, di ritorno da un safari al Masai Mara].