sabato 26 febbraio 2011

The necklace

Un girocollo di diamanti, è per sempre. Invece uno di copertone d'auto, è la fine.

Al ladro! Grida una vecchina, vestita con un boubou colorato, balzando in piedi per indicare un uomo che corre veloce fra le le merci ordinate e le capre ed i polli spaventati di un mercato caotico e polveroso. Due uomini si gettano all'inseguimento mentre un terzo, allertato da lontano, gli taglia la strada e riesce ad abbatterlo con un calcio volante spettacolare (si fa per dire...).

Un capannello di persone si forma sul ladro che viene linciato impietosamente con pugni, calci e bastonate. Poco a poco la furia si placa. Tumefatto, viene rialzato, con le mani legate; è completamente nudo. I vestiti gli sono stati strappati di dosso per scortarlo attraverso ali di folla che lo insultano, gettando su di lui incomparabile vergogna.

Evidentemente la refurtiva non era così preziosa da giustificare l'usuale regalo previsto per coloro che sopravvivono al linciaggio: un grosso copertone a tracolla (the necklace) al quale poi, semplicemente, si da fuoco.

Solo la polizia può evitare simile epilogo; rubare è proibito dalla legge, rubare ai poveri è proibito dalla gente, in Africa

[ricordando e raccontando a Kalume (Giriama; il suo nome significa "uomo" in kiswahili) una scena vissuta a Kisumu, ma frequente anche nei dintorni di Mombasa: “basta guardare di tanto in tanto ai bordi della strada i resti dei roghi della notte precedente”].

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