martedì 19 giugno 2012

Temazcal


Fu quando mi trovai con la faccia a terra, nel disperato (quanto inutile) tentativo di respirare, nudo, grondante di sudore e calpestato da piedi zozzi di terra, che iniziai a pentirmi di aver accettato l'invito di José e Horacio.

Nell'oscurità più assoluta, fra canti, pianti e preghiere, con la mia guancia premuta sul tappeto di foglie bagnate dal vapore bollente, mi dovetti altresì convincere della fondatezza di alcune critiche metodologiche all'osservazione partecipante. Avrei forse dovuto scegliere la via più sobria degli storici della religione, ad esempio, che studiano i rituali degli Altri senza dovervi per forza partecipare o doversi sorbire bevande nauseabonde di ogni tipo.

Nell'angusto e buio anfratto in cui le pietre arroventate da un fuoco vivo sprigionavano caldo e odoroso vapore ogni volta che José vi gettava sopra acqua fresca, avrei dovuto ritrovare l'equilibrio perduto con il cosmo e con me stesso, insomma guarire. Fu una sofferenza indicibile. Quando giunsi all'estremo grado di sopportazione cercai una via di fuga nell'oscurità trovando solo altri corpi disperati e sudati. Era chiaro, sarei soffocato come un topo in trappola. 

Ho creduto sinceramente di morire e invece, ... stavo per nascere.

Entrò un bagliore di luce quando fu scostata la spessa cortina che chiudeva il pertugio d'ingresso e, uscendo carponi all'esterno, bagnato e sporco, potei apprezzare il primo fresco respiro poi, avvolto in una calda coperta di lana, fui trasportato a braccia su di un'amaca silenziosamente dondolante. Dondolai.

E dire che quando conobbi lo sciamano metropolitano ed il suo aiutante Horacio sull'aereo che ci avrebbe portato da Madrid a Città del Messico, mi erano sembrati persone per bene. Erano di ritorno da un convegno sulle medicine tradizionali tenuto in Francia. Mi appuntai l'indirizzo al quale mi sarei dovuto recare per andarli a trovare, sul retro della copertina di Tristes Tropiques che stavo rileggendo per la seconda volta (i libri non cambiano mai, ma noi talvolta sì, e allora ogni tanto bisogna tornarci sopra).

Quando scesi dal pesero (a città del Messico ci sono numerosi peseros e peseras, due diversi tipi di furgoncini che trasportano passeggeri in ogni angolo della città, ma non ho mai capito cosa ne determini il sesso), mi trovai in una delle zone più malfamate della città; percorsi tre cuadras poi una lunga discesa e giunsi alla casa rosa che dovevo trovare. José fu contento di vedermi (probabilmente come il boia quando vede la vittima salire le scale del patibolo). Uscimmo dalla porta sul retro del cortile per raccogliere delle erbe. Seguimmo conversando i binari morti di una linea ormai in disuso dietro a baracche trasandate e raccogliemmo erbacce e foglie polverose. Le avrebbero poi impiegate per l'allestimento del Temazcal, il bagno di vapore costruito con adobes, mattoni di fango essiccati al sole.

Quando mi dissero che per partecipare al bagno di vapore rituale avrei dovuto sottopormi ad un massaggio prima, e ad una limpia (rituale lustrale di purificazione) poi, iniziai a rilassarmi immaginandomi gli effetti benefici di una salus per aquam (spa) con massaggio e sauna. Solo che la purificazione non sarebbe stata quella dell'organismo, attraverso l'assunzione di verdure ed acqua, ma quella dello spirito, ripulito dall'azione dei malos vientos (è solo un pour parler, non fidatevi affatto del dualismo cartesiano). Perfetto.

Cambiai radicalmente idea quando le nocche nodose di José ed Horacio a turno, iniziarono a torturarmi le carni dei muscoli e poi dolorosamente a schiacciarmi le tempie e le costole ed il dolore della pratica era talmente forte che ormai si erano divisi i compiti, uno mi teneva fermo e l'altro mi percuoteva senza pietà adducendo che il mio organismo era avvelenato dal consumo di farine raffinate di frumento (pane e pasta). Un pestaggio orribile. Non era esattamente questo il contatto interumano che mi ero immaginato sentendo parlare di antico rapporto pragmatico fra medico e paziente.

Non vi è dubbio che nelle medicine tradizionali l'orientamento pragmatico di tale rapporto, che lo rende molto più spontaneo, pratico e concreto, svela per contrasto quell'allontanamento tecnologico che ebbe inizio nella medicina moderna con l'invenzione dello stetoscopio di legno che doveva servire per auscultare il cuore del paziente senza dover appoggiare direttamente l'orecchio sul suo petto. La clinica antica prevedeva infatti un intenso contatto corporeo (che arrivò a prevedere anche l'assaggio delle urine e le analisi olfattive di alito e feci configurate in una teoria umorale dell'equilibrio corporeo) prima che iniziasse quel lento ma inesorabile distacco dovuto all'aumento di quei requisiti tecnici che portarono il dottore ad un progressivo allontanamento dal corpo del paziente con il risultato che le cure iniziarono a spostarsi dai malati verso le malattie (pensate ai macchinari diagnostici odierni).

Alla base del sistema medico mesoamericano sta la suddivisione di ogni elemento del cosmo, ma anche di ogni malanno e di ogni rimedio, nelle categorie contrapposte del caldo e del freddo. Ma non è una questione di temperatura in senso stretto, la febbre ad esempio pur generando calore, è classificata come un elemento freddo (causa brividi) e deve essere curata attraverso un rimedio di carattere opposto, caldo. Tale tassonomia attribuisce generalmente caratteristiche fredde alle malattie che si credono provenire dal mondo dei morti mentre quelle calde avrebbero la loro origine in cielo. Ecco spiegato il caldo infernale del bagno di vapore al quale ricorrono soprattutto le puerpere (ma non solo) per curare ogni genere di malessere e riprendersi dalle fatiche del parto.

Niente di nuovo, il sistema biomedico occidentale si fonda sostanzialmente sul medesimo principio di base dettato a suo tempo da Galeno: contraria contrariis curantur (si curino i contrari con i contrari). Dopo la più classica azione oppositiva fra gli "elementi", furono poi i farmaci ad agire in contrasto agli agenti patogeni seguendo comunque il medesimo percorso teorico di efficacia medica.
Fu Paracelso ad introdurre nel pensiero moderno una nuova visione: "nessuna malattia calda fu mai risanata con mezzi freddi né mai alcuna fredda fu risanata coi caldi". Similia similibus curantur (o qualcosa del genere). Rovesciamento metodologico: è il simile a dover curare il simile, disse. Forse intendeva che i poveracci debbono essere curati da altri poveracci?. No, era nato il principio omeopatico. Su cui si basa il vaccino ad esempio, che prende il suo nome proprio dalle vacche, visto che ebbe origine quando per combattere il vaiolo umano si usava inoculare preventivamente il vaiolo bovino che, trasferito dall'animale all'uomo, provocava in quest'ultimo una malattia attenuata che però impediva al vaiolo umano di attecchire e svilupparsi.

Nel frattempo attendevo il mio turno per essere sottoposto al rituale della limpia, quando si presentò Horacio che mi comunicò con un velo di tristezza che non avrei potuto suonare il tamburo con tutti gli altri alla fine dell'incontro (il mio livello di purificazione non era ancora completo, disse. Decisi di non accoltellare quel povero ciarlatano, lo riparmiai). Non me ne importava più di niente, del resto ero impegnato nella ricerca di un nuovo equilibrio, ero appena ritornato al mondo, or ora uscito dalla capanna cosmica, dal ventre caldo, umido e caotico della madre terra per avere la possibilità di ricreare un nuovo ordine personale e sociale nel quale agire e rispetto al quale mi trovavo a riflettere dondolando sull'amaca (scusate la sciocca deriva new age).

Mi rassegnai (dico per il fatto del tamburo), lo interpretai come l'esito dell'incontro inevitabile col destino (iniziavo a familiarizzare con lo spirito tragico indigeno) e lo valutai come un male assai minore rispetto alla possibile prescrizione medica del raddrizzamento dell'ugola con intervento diretto di un dito in gola prima intinto in chissà quali sostanze schifose (rimedio spesso utilizzato per contrastare gli effetti di uno "spavento") oppure del ricorso eventuale alle pelotillas le cui proprietà terapeutiche sono per ora soltanto "supposte" (e ci siamo capiti).

[rileggendo una pagina di diario...]

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